mercoledì 24 aprile 2013

La Permacultura: un esercizio di Anentropia



La foresta è una grande estensione di vegetazione eterogenea caratterizzata da erbacee e alberi ad alto fusto che, in perfetto equilibrio fra di loro, crescono, si moltiplicano, producono frutti e lo fanno, senza l’intervento dell’uomo, da millenni e, se l’uomo non interviene, lo faranno per millenni ancora.
Qual è il segreto della foresta? Come si nutre, come fa ad essere praticamente immortale?

     Certamente un punto di forza della foresta è la biodiversità. Nella foresta le essenze vegetali sono tante e varie e vivono in stretto rapporto tra di loro; una caratteristica della foresta è quella di avere diversi strati: alcune essenze vegetali crescono a stretto rapporto con il terreno e sono per lo più piccole o piccolissime, altre sono erbe alte pochi centimetri, altre sono arbusti di decine di centimetri e infine alberi di alto fusto di diversi metri di altezza. Questo tipo di organizzazione fa si che ciascuna essenza, con differenti apparati radicolari, “estraggano” nutrienti dal terreno a diverse profondità e, data la diversità delle specie coinvolte, sostanze diverse oltre quelle che rappresentano la base del nutrimento di tutte le piante (azoto, potassio e fosforo). La biodiversità permette alla foresta di mettere assieme le giuste essenze in un mirabile equilibrio ecologico, e di modificare questo equilibrio cambiando gli accostamenti delle varie essenze se si dovessero modificare le condizioni esterne (climatiche per es.). Se un qualsiasi parassita danneggia fino alla morte un tipo di erba o arbusto, questi vengono subito “sostituiti” da altre essenze vegetali rispettando quello che è un equilibrio ecologico omeostatico.

    La terra su cui vive è un altro segreto della foresta. Non è concimata, non è arata eppure è fertilissima! I nutrienti, assorbiti con le radici e trasformati in massa vegetale (tronchi rami foglie), ritornano al terreno alla morte delle piante e se queste sono state nutrimento per gli animali anche le loro carcasse, ritornando al terreno, vanno a ripristinare le sostanze assorbite dagli alberi e dagli arbusti. Le varie sostanze che tornano al terreno vi si “adagiano” formando uno strato soffice e arieggiato dove le nuove radici possono trovare spazio e nutrienti.

    Le risorse “consumate” dalla foresta sono quelle che vengono messe a disposizione dalla terra con i suoi nutrienti e dal sole, direttamente e/o indirettamente: la luce e l’acqua essenzialmente. Una enorme massa biologica cresce utilizzando la luce del sole e l’acqua piovana ed utilizzando i nutrienti del terreno in un ricircolo “mirabile” in cui i prodotti di scarto sono uguali a zero!

La foresta non è solo una specie di santuario della natura a cui accostarsi con rispetto e umiltà, ma anche un’organizzazione anentropica dalla quale abbiamo tutto da imparare.  Ovviamente l’uomo non solo non ha imparato, ma ha utilizzato energia, tanta energia,  per distruggere le foreste ed imporre il suo modo di coltivare gli spazi che prima erano foreste, molto spesso violentando la natura.  La permacultura cerca di far tesoro degli insegnamenti che l’osservazione attenta degli equilibri della foresta selvaggia ed incontaminata suggerisce; essa implementa una serie di conoscenze multidisciplinari che vanno dalla chimica alla biologia alla antropologia alla architettura  utilizzabili per riprogettare e ricostruire gli spazi antropizzati in armonia con un equilibrio sostenibile tra uomo e natura.

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